Sono rimasto titubante sul voto da assegnare al Pink fino all'ultimo e vi spiego il perchè.
Siamo in zona Viale Certosa, zona non proprio dedicata allo shopping ma piena di palazzoni dedicati ad uffici (in larga parte sfitti, il che aumenta il senso di degrado e trascuratezza del quartiere).
Insomma, se siete qui è perchè o ci lavorate oppure ci vivete...
Il Pink è raggiungibile con i mezzi pubblici tramite il tram 14 o in alternativa, se siete in vena di camminare (15 minuti circa), tramite la linea S5 del Passante (fermata Certosa).
Nella via è possibile trovare parcheggio su strada senza alcun problema.
Il locale si presenta con alcuni tavoli esterni e la bellissima nuova insegna scelta da Cannavacciuolo e il suo staff: si, il Pink è proprio uno dei locali visitati dallo chef nella trasmissione "Cucine da Incubo Italia".
Entrando si viene subito accolti dalla proprietaria, con il suo sorriso e la sua gentilezza.
Abbiamo prenotato e ci viene indicato il tavolo che ci è stato assegnato.
Il locale internamente è molto luminoso, ben fatto: la mano di Cannavacciulo ha fatto miracoli per questo locale per quanto riguarda l'estetica e l'arredamento.
Anche il menù è stato stravolto dopo il passaggio dello chef, riducendo e semplificando le scelte.
E' possibile scegliere tra due menù (Pink Menù con primo, secondo e contorno a €. 8,50 oppure il Pink Flash con piatto unico composto da assaggi di primo, secondo e contorno a €. 6,50) oppure ordinando alla carte.
I prezzi sono bassi e concorrenziali, ottimi per chi deve pranzare fuori casa.
Decido di prendere il Pink Menù con spaghetti alla crema di limone, bresaola e patatine fritte.
Gli spaghetti sono giunti in breve tempo e devo dire che non erano per nulla male: avrei forse gradito un pò più crema, per renderli più saporiti!
Il secondo è arrivato pochi minuti dopo aver terminato il primo piatto: la bresaola era fresca e saporita, forse un tantino troppo sottile.
Le patatine erano senza infamia e senza lode, surgelate e bisognose di qualche minuto in più di cottura.
Le porzioni erano generose e la qualità discreta se confrontata al prezzo decisamente basso.
Non mi è assolutamente piaciuto la mancanza di conoscenza del menù da parte della ragazza che ci ha servito (non sapeva gli ingredienti dell'insalata di farro): sarebbe bastato andare in cucina e chiedere, non avrebbe perso molto tempo.
Insomma, il Pink è uno di quei locali che ha fatto breccia nel mio cuore.
Tornerei in zona appositamente per mangiare qui, e lo consiglio se cercate una pausa pranzo veloce ed economica in zona.
Anche perchè, nelle vicinanze, non c'è molto (se non il Mc Donald's).
Di sicuro c'è però una cosa: il Pink non è più una Cucina da Incubo!
Nota positiva: la titolare che sta in cassa, si è ricordata che durante la prenotazione telefonica avevo chiesto se era possibile pranzare in meno di un ora e si è assicurata che il servizio fosse filato liscio.
Tanti complimenti a lei per la gentilezza!